Archivio 2018

Paesaggi del Regno. Dai luoghi francescani al luogo assoluto

Paesaggi del Regno. Dai luoghi francescani al luogo assoluto

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Column: 1

Giovedì 8 marzo 2018, ore 17.30
Sala dei Legisti in Palazzo Baldeschi
via Baldeschi 2, Perugia

Column: 2

 

Antonio Allegra (Università degli Studi di Perugia)
e Lorenzo Chiuchiù (filosofo, saggista)
presentano il libro
Paesaggi del Regno
Dai luoghi francescani al luogo assoluto
di Flavio Cuniberto

Tornano gli eventi d’autore alla Fondazione Orintia Carletti Bonucci, “incontri nelle sfere più alte del pensiero, della cultura e dell’arte affinché possa crearsi un più profondo senso di comprensione”.
Antonio Allegra (Università per Stranieri di Perugia) e Lorenzo Chiuchiù (filosofo e saggista) presentano il libro di Flavio Cuniberto PAESAGGI DEL REGNO. Dai luoghi francescani al luogo assoluto (Neri Pozza editore, 2017).

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Gli antichi non avevano una chiara nozione del paesaggio. La scoperta, l’invenzione, anzi, del paesaggio nella pittura occidentale avviene tra il XIV e il XV secolo secolo fino poi a diventare un genere autonomo nel Seicento.
Questa invenzione, per Flavio Cuniberto, è inscindibile dalla diffusione del francescanesimo nel XIII secolo e dalla sua celebrazione della Madre Terra come immagine del Regno di Dio, del Giardino originario. Inventando il paesaggio, i pittori cominciarono ad aggirarsi senza saperlo intorno a questo luogo: a ritrovarlo nel fascino inspiegabile che si sprigiona dai variegati paesaggi della Madre Terra, sulle tracce del primo formidabile «agrimensore» del paesaggio come memoria del Regno: il santo di Assisi, che lo «misura» percorrendo instancabile e come a passo di danza i luoghi dell’Italia Centrale: di quella Italia che diventerà di lì a poco il «giardin de lo Imperio».
Analizzando le opere dei grandi paesaggisti, Flavio Cuniberto conduce il lettore dinanzi al fascino di questa idea: il Luogo, il Giardino originario, che ha attratto anche i grandi viaggiatori metafisici del nostro tempo: Martin Heidegger, alla ricerca di quella che chiama la Terra come Tale (e che non è soltanto la Selva Nera o il paesaggio del Reno), e Peter Handke, innamorato dei luoghi come può esserlo solo chi intravede nei luoghi della terra i contorni baluginanti del Regno.