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DANTE SEGRETO. Note sulla ricezione esoterica fra Otto e Novecento

DANTE SEGRETO. Note sulla ricezione esoterica fra Otto e Novecento

La Fondazione Orintia Carletti Bonucci è lieta di invitarvi all’evento dedicato a Dante giudice del mondo terreno

Roberto Antonelli (Presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei) proporrà di leggere la Commedia come un gigantesco teatro della memoria e del mondo, costruito su fitte relazioni intertestuali: memoria delle molteplici manifestazioni, meravigliose e tragiche, dell’animo umano. Per questo il poema è anche e innanzitutto una gigantesca macchina elaboratrice di giudizi sui comportamenti e le emozioni degli esseri umani. Implica quindi una riflessione complessiva e appassionata sulla giustizia: un’esigenza destinata a perpetuo inappagamento e dunque eternamente riproponibile.
La giustizia divina e quella umana sono rappresentate attraverso la soggettività dirompente di Dante in quanto Autore e in quanto Personaggio: due aspetti solo talvolta sovrapponibili che producono continue occasioni di drammatizzazione, di dubbio e di conflitto, nelle quali il lettore – di fatto il terzo protagonista della Commedia – è costantemente chiamato a confrontarsi e interagire, ancora oggi.

Mercoledì 24 maggio alle ore 17,30 – sala dei Legisti di Palazzo Baldeschi (via Baldeschi 2) Perugia

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Roberto Antonelli è Professore Emerito all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e Presidente dell’Accademia nazionale dei Lincei e Presidente della Classe di Scienze Morali, Storiche e Filologiche.

DANTE SEGRETO. Note sulla ricezione esoterica fra Otto e Novecento

DANTE SEGRETO. Note sulla ricezione esoterica fra Otto e Novecento

La Fondazione Orintia Carletti Bonucci è lieta di invitarvi all’evento dedicato a Dante Segreto. Note sulla ricezione esoterica fra Otto e Novecento.

Mercoledì 10 maggio ore 17,30 – sala dei Legisti di Palazzo Baldeschi (via Baldeschi 2) Perugia

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Silvia Argurio, laureata in Filologia Moderna presso l’Università degli studi La Sapienza di Roma, è assegnista di ricerca presso la Sorbonne Nouvelle Paris3.

>> SEPPILLI LECTURES – Roberto Malighetti su Tullio Seppilli

>> SEPPILLI LECTURES – Roberto Malighetti su Tullio Seppilli

Maestro dell’antropologia italiana, Tullio Seppilli (Padova, 16.10.1928 – Perugia, 23.8.2017) è stato un protagonista della scena antropologica internazionale a partire dagli anni Cinquanta del Novecento. Già professore ordinario di Antropologia medica e culturale all’Università di Perugia, ha insegnato in numerosi atenei italiani e internazionali e pubblicato oltre seicento saggi. Seppilli è unanimemente riconosciuto dalla comunità scientifica mondiale come il fondatore in Italia dell’Antropologia medica, prestigiosa branca specialistica improntata allo studio socio-culturale dei processi di salute-malattia.
Le Seppilli Lectures della Carletti Bonucci intendono mostrare la vitalità che gli studi condotti o ispirati da Tullio Seppilli assumono nello scenario internazionale contemporaneo.

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Roberto Malighetti è professore ordinario di Antropologia culturale presso l’Università di Milano-Bicocca dove dirige il Dottorato di Ricerca in Antropologia della Contemporaneità e il Centro di Ricerche Etno-Antropologiche. Si è interessato di metodologia della ricerca, antropologia dello sviluppo e antropologia medica. Ha svolto ricerche sul campo in Brasile, sulle culture afro-brasiliane, e in Cina, sui contributi dell’antropologia cinese e sulle forme di pluralismo etnico, religioso e scientifico.

>> SEPPILLI LECTURES – Raffaele Rauty su Tullio Seppilli

>> SEPPILLI LECTURES – Raffaele Rauty su Tullio Seppilli

Maestro dell’antropologia italiana, Tullio Seppilli (Padova, 16.10.1928 – Perugia, 23.8.2017) è stato un protagonista della scena antropologica internazionale a partire dagli anni Cinquanta del Novecento. Già professore ordinario di Antropologia medica e culturale all’Università di Perugia, ha insegnato in numerosi atenei italiani e internazionali e pubblicato oltre seicento saggi. Seppilli è unanimemente riconosciuto dalla comunità scientifica mondiale come il fondatore in Italia dell’Antropologia medica, prestigiosa branca specialistica improntata allo studio socio-culturale dei processi di salute-malattia.
Le Seppilli Lectures della Carletti Bonucci intendono mostrare la vitalità che gli studi condotti o ispirati da Tullio Seppilli assumono nello scenario internazionale contemporaneo.

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Raffaele Rauty si è laureato con Tullio Seppilli nel 1971 all’Università di Firenze con una tesi sulla cultura popolare e il marxismo. Docente di sociologia nelle Università di Perugia e Salerno, vi ha lavorato per 47 anni, insegnando Sociologia, Storia del Pensiero Sociologico, Individui, relazioni e interazioni sociali. Ha curato e pubblicato volumi sulla condizione giovanile, sulla realtà dei neri, sullo sviluppo della sociologia statunitense dalla Scuola di Chicago all’Interazionismo simbolico.

>> SEPPILLI LECTURES – Massimiliano Minelli su Tullio Seppilli

>> SEPPILLI LECTURES – Massimiliano Minelli su Tullio Seppilli

Maestro dell’antropologia italiana, Tullio Seppilli (Padova, 16.10.1928 – Perugia, 23.8.2017) è stato un protagonista della scena antropologica internazionale a partire dagli anni Cinquanta del Novecento. Già professore ordinario di Antropologia medica e culturale all’Università di Perugia, ha insegnato in numerosi atenei italiani e internazionali e pubblicato oltre seicento saggi. Seppilli è unanimemente riconosciuto dalla comunità scientifica mondiale come il fondatore in Italia dell’Antropologia medica, prestigiosa branca specialistica improntata allo studio socio-culturale dei processi di salute-malattia.
Le Seppilli Lectures della Carletti Bonucci intendono mostrare la vitalità che gli studi condotti o ispirati da Tullio Seppilli assumono nello scenario internazionale contemporaneo.

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Massimiliano Minelli è professore associato di Etnopsichiatria e Metodologia della ricerca etnografica presso l’Università degli Studi di Perugia dove coordina il Corso di laurea magistrale in Scienze socio-antropologiche per l’integrazione e la sicurezza sociale. I suoi principali interessi riguardano il rapporto fra dinamiche culturali, forme di disturbo psichico, risorse comunitarie e azioni collettive nel campo della salute mentale. Su questi temi svolge attività di ricerca in Italia e in Brasile.

>> SEPPILLI LECTURES – Giovanni Pizza su Tullio Seppilli e J.-M. Charcot

>> SEPPILLI LECTURES – Giovanni Pizza su Tullio Seppilli e J.-M. Charcot

Maestro dell’antropologia italiana, Tullio Seppilli (Padova, 16.10.1928 – Perugia, 23.8.2017) è stato un protagonista della scena antropologica internazionale a partire dagli anni Cinquanta del Novecento. Già professore ordinario di Antropologia medica e culturale all’Università di Perugia, ha insegnato in numerosi atenei italiani e internazionali e pubblicato oltre seicento saggi. Seppilli è unanimemente riconosciuto dalla comunità scientifica mondiale come il fondatore in Italia dell’Antropologia medica, prestigiosa branca specialistica improntata allo studio socio-culturale dei processi di salute-malattia.
Le Seppilli Lectures della Carletti Bonucci intendono mostrare la vitalità che gli studi condotti o ispirati da Tullio Seppilli assumono nello scenario internazionale contemporaneo.

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Giovanni Pizza è professore associato di Antropologia medica e culturale presso l’Università degli Studi di Perugia dove dirige la Scuola di specializzazione in beni demoetnoantropologici. Ha insegnato in numerosi atenei in Italia e in Europa ed è direttore di AM. Rivista della Società italiana di antropologia medica. Tra i suoi interessi di ricerca: Antonio Gramsci, Ernesto de Martino, i processi di incorporazione e di patrimonializzazione, la possessione, le pratiche della memoria e l’esperienza del tempo in biomedicina.

Intorno al Vangelo secondo Matteo di Pasolini

Intorno al Vangelo secondo Matteo di Pasolini

La Fondazione Orintia Carletti Bonucci, in collaborazione con l’Università degli Studi di Perugia, è lieta di invitarvi a un evento speciale dedicato alla figura di Pier Paolo Pasolini e al suo Vangelo secondo Matteo.
Una conversazione fra Carlo Pulsoni e Graziella Chiarcossi ripercorre le tappe principali della carriera di Pasolini, dagli scritti giovanili di Casarsa alle esperienze romane e all’approdo cinematografico. La memoria storica di Graziella Chiarcossi, cugina e curatrice delle opere di Pasolini, rappresenta un punto di vista privilegiato sulle vicende biografiche e intellettuali dell’artista, come ben sintetizza questo passo:

«La lavorazione di Il Vangelo secondo Matteo è un caso a sé, per quanto riguarda la mia persona. Mi trovai ad accompagnare, nel 1964, Susanna sul set, perché Pier Paolo l’aveva scelta per fare la parte della Madonna anziana. Lo ricordo come un impegno importante, del tutto inaspettato e sia per la zia che per me fu anche la prima volta che prendemmo un aereo. Mi fecero una grande impressione Matera (con i Sassi quasi deserti) e la città di Bari. Noi due, nate in Friuli, ci trovammo catapultate dentro un film che si girava in Puglia e in Lucania, in paesi mai visti prima, dove se, per passare il tempo, andavamo al cinema, in platea eravamo le uniche donne. Le scene in cui Susanna era protagonista si svolgevano in luoghi impervi e aveva bisogno di essere aiutata. Il mio ruolo era quello di una pia donna, per cui le ero sempre accanto. Nel viaggio di andata ci aveva accompagnato Elsa Morante, ma non fu solo come amica che seguì la lavorazione del film. Pier Paolo le aveva chiesto di fargli da consulente musicale soprattutto nella scelta dei brani classici da utilizzare nel racconto».

Pietro Toesca (1877-1962) – conferenza di Alessio Monciatti

Pietro Toesca (1877-1962) – conferenza di Alessio Monciatti

Pietro Toesca. Storico dell’arte (Pietra Ligure 1877 – Roma 1962), docente nell’Accademia scientifico-letteraria di Milano (1905-06), prof. di storia dell’arte medievale e moderna nelle univ. di Torino (1907-14) e di Firenze (1914-26), quindi in quella di Roma (1926-48) di storia dell’arte medievale e di storia dell’arte del Rinascimento e moderna. Già nel suo primo scritto (Precetti d’arte italiani, 1900) poneva le premesse fondamentali alla sua ricerca. Seguì a Roma (1900-04) l’insegnamento di A. Venturi e si volse a vaste ricerche, soprattutto nel campo dell’arte medievale, i cui risultati raccolse in lavori che rappresentano dei capisaldi nella storia degli studî storico-artistici (La pittura e la miniatura nella Lombardia fino alla metà del ‘400, 1912; Storia dell’arte italiana, I, Il Medioevo, 1913-27; La pittura fiorentina del Trecento, 1923; Monumenti e studi per la storia della miniatura italiana, I, 1929; Storia dell’arte italiana, II, Il Trecento, 1951). Ha diretto la sezione di storia dell’arte medievale e moderna dell’Enciclopedia Italiana. Socio nazionale dei Lincei dal 1946.

Alessio Monciatti ha studiato a Firenze e a Pisa. Già membro della Max Planck Gesellschaft, ricercatore presso la Scuola Normale Superiore e funzionario della Pinacoteca di Brera, dal 2005 insegna Storia dell’arte medievale presso l’Università degli studi del Molise. Il Duecento è sempre stato al centro dei suoi interessi di ricerca, insieme alla pittura su tavola del secolo XII e agli arredi ecclesiastici, a Giotto e alla Storia della storia dell’arte. A questi temi ha dedicato numerose pubblicazioni scientifiche. Nel 2013 ha pubblicato per Einaudi L’arte nel Duecento.

Guido Achille Mansuelli (1916-2001) – conferenza di Gian Luca Grassigli

Guido Achille Mansuelli (1916-2001) – conferenza di Gian Luca Grassigli

Guido Achille Mansuelli. Archeologo e storico del mondo antico, ha ricoperto le cariche di ispettore (1949-56) e di soprintendente (1961-63) presso la Soprintendenza alle antichità dell’Emilia Romagna, e dal 1956 al 1961 è stato direttore della Galleria degli Uffizi a Firenze. Ha insegnato archeologia e storia dell’arte greca e romana dapprima a Pavia, poi (dal 1967) nell’università di Bologna e nel 1978 è stato nominato socio nazionale dell’Accademia dei Lincei. Esperto di etruscologia e antichità romane, si è occupato in particolare della topografia, dell’urbanistica e dell’architettura e ha successivamente concentrato i suoi interessi su Roma e l’Italia, con particolare riguardo all’Etruria. Ha inoltre promosso importanti campagne di scavo, come quelle di Marzabotto, della villa romana di Russi presso Ravenna e di Spina; ha curato l’organizzazione dei musei di Spina e di Marzabotto e l’allestimento di numerose mostre.

Gian Luca Grassigli dal 1999 insegna Archeologia Classica presso l’Università di Perugia. Si è occupato prevalentemente, in articoli e monografie, del sistema di funzionamento della cultura figurativa del mondo classico e in generale di storia della cultura del mondo antico. Lavora, inoltre, sul tema dei diversi modi di recupero e di utilizzo dell’antico nella cultura novecentesca e contemporanea.

Roberto Longhi (1890-1970) – Conferenza di Eliana Carrara

Roberto Longhi (1890-1970) – Conferenza di Eliana Carrara

Roberto Longhi nasce ad Alba il 28 dicembre 1890. Nel 1911 si laurea con Pietro Toesca a Torino discutendo una tesi sul Caravaggio. È ammesso nel 1912 alla scuola di perfezionamento di Adolfo Venturi a Roma dopo un ‘colloquio’ su Cosmè Tura. Collabora alle riviste “La Voce” (dal 1911) e “L’Arte” (dal 1913). Iniziano nello stesso periodo (1912) i primi contatti con Bernard Berenson, al quale si propone come traduttore per il volume The Italian painters of the Renaissance. L’insegnamento nell’anno scolastico 1913-1914 ai licei Tasso e Visconti di Roma è documentato dalla Breve ma veridica storia della pittura italiana, dispensa ad uso degli studenti pubblicata postuma nel 1980; tra i suoi allievi figura Lucia Lopresti, la scrittrice Anna Banti, futura moglie del critico (1924). Gli scritti giovanili spaziano da argomenti di pittura del Quattrocento (Piero dei Franceschi e lo sviluppo della pittura veneziana) fino a temi di critica militante (I pittori futuristi e La Scultura Futurista di Boccioni), passando per Caravaggio (Due opere di Caravaggio) e i suoi seguaci: Mattia Preti (critica figurativa pura), Orazio Borgianni, Battistello, Gentileschi padre e figlia.
Tra il 1920 e il 1922 viaggia in Europa con Alessandro Contini Bonacossi visitando chiese, musei e collezioni del continente (Francia, Spagna, Germania, Austria, Paesi Bassi, Cecoslovacchia, Ungheria). Il Grand Tour europeo affina straordinariamente i suoi strumenti di conoscitore. A Roma, dal 1922, esercita la libera docenza all’Università. Nel 1926 inizia la collaborazione con “Vita Artistica” di cui, dal 1927, assume la direzione insieme ad Emilio Cecchi, con il quale fonderà l’anno successivo la rivista “Pinacotheca”.
Nel 1927 pubblica il Piero della Francesca, la celebre monografia tradotta immediatamente in lingua francese (1927) e subito dopo in inglese (1931). Nel 1934 seguirà l’Officina Ferrarese, elaborata sull’onda dell’esposizione dedicata alla pittura ferrarese del Rinascimento (1933). Sempre nel 1934 vince il concorso per la cattedra di Storia dell’Arte Medievale e Moderna all’Università di Bologna. Tra il 1935 e il 1936 organizza la Mostra del Settecento bolognese. Gli interessi per l’arte contemporanea sono testimoniati dalla monografia dedicata a Carlo Carrà (1937) dall’intensa frequentazione con Giorgio Morandi.
Dal 1947 al 1958 è presente nelle commissioni organizzatrici della Biennale di Venezia.
Nel 1939 si trasferisce a Firenze. Dirige (dal 1938 al 1940), insieme a Ranuccio Bianchi Bandinelli e a Carlo Ludovico Ragghianti, la rivista “La Critica d’Arte”. Risalgono a questi anni i Fatti di Masolino e di Masaccio (1940) e il Carlo Braccesco (1942). Il Viatico per cinque secoli di pittura veneziana (1946) – che segue la mostra allestita nel 1945 da Rodolfo Pallucchini – è anche il preludio alla successiva e intensa collaborazione ad “Arte Veneta” (1947-1948). Esce nel 1943 il primo annuario di “Proporzioni” (seguiranno altri tre numeri nel 1948, 1950 e 1963), che contiene tra l’altro il noto saggio dedicato agli Ultimi studi sul Caravaggio e la sua cerchia. Nel 1950 nasce la rivista “Paragone”, che dirigerà fino alla morte e alla quale ha affidato importanti editoriali di politica culturale e saggi su vari argomenti storico artistici. Nel 1949 viene chiamato all’Università di Firenze.
Longhi ha ideato e diretto le memorabili mostre bolognesi su Giuseppe Maria Crespi (1948) e sulla pittura bolognese del Trecento (1950), e quella celeberrima organizzata a Milano su Caravaggio e i caravaggeschi (1951); cui seguirà nel 1952 il volume monografico sul maestro lombardo. Nel 1953 con l’esposizione milanese I pittori della realtà in Lombardia viene esplorata una tendenza espressiva che ha caratterizzato per diversi secoli quest’area artistica. Negli stessi anni lavora con Umberto Barbaro alla creazione di documentari su artisti (Carpaccio, Caravaggio, Carrà). Al 1956 risale il volume su Il Correggio e la camera di San Paolo a Parma.
Alla sua morte nel 1970 per volontà testamentaria ha lasciato “per vantaggio delle giovani generazioni” la collezione d’arte, la fototeca e la biblioteca custodita nella villa di via Fortini dove oggi ha sede la Fondazione che porta il suo nome.

Eliana Carrara, già allieva e perfezionanda della Scuola Normale Superiore di Pisa, insegna Storia della Critica d’Arte all’Università del Molise. Ha al suo attivo diversi saggi su Giorgio Vasari, Vincenzio Borghini e il loro ruolo nella corte di Cosimo I de’ Medici.